sabato 25 settembre 2010

Mi fo un regalo!


Passano gli anni, e anche per il vs. Treggista Preferito giunge il giorno fatidico in cui gli aumenta il contachilometri. Quest'anno, poi, i numeretti sono scattati su 47, che farebbe "morto che parla"; toccandomi quantomai opportunamente le low parts, ho deciso di festeggiare in modo assai in tema, grazie ad una ricca trovaglia di iersera e ringraziando sentitamente anche l'architetto Giuliano Toraldo di Francia. Non senza prima reclamare, però, contro di voi, lettrici e lettori del TB, vili merdoni & scorretti assassini che l'anno scorso avete del tutto ignorato un certo mio disinteressatissimo appello.


Vi sarete forse chiesti che diavolo c'entri l'architetto Toraldo di Francia in tutto questo; lo spiego brevemente. Il suddetto, come quasi tutti i fiorentini sanno, è l'autore di una controversa pensilina che, in occasione dei (perniciosi) mondiali di pallone del 1990 fu costruita all'esterno della Stazione Centrale di Firenze (lato piazza Adua), destinata a vari usi e costantemente detestata. Va detto senz'altro che non era effettivamente un gran ché, come estetica; però debbo anche dire che neppure la tanto idolatrata stazione "razionalista" (= fascista) di Marcello Piacentini, additata da molti a capolavoro d'arte moderna è poi poi migliore; anzi, mi azzardo a dire che la considero un'enorme schifezza. Fatto sta che la povera pensilina di Toraldo di Francia è stata nello scorso mese d'agosto poco cerimoniosamente demolita per iniziativa del sindaco Renzi, lasciando finalmente libera la visione dei copiosamente orrendi palazzoni di fronte, occupati da fast food, barracci per turisti ed altre amenità.

La pensilina eliminata ospitava al suo interno, oltre che a un'edicola di giornali, anche una specie di ufficio informazioni e biglietti dell'ATAF, la municipalizzata dei trasporti fiorentini. Una volta demolita la pensilina, l'ATAF ha dovuto provvedere a rimpiazzarla, e lo ha fatto utilizzando ciò che avete incominciato a vedere nelle foto. Sono sobbalzato letteralmente. Un autentico, vero, impareggiabile autobus bipiano verde. Non avrei mai pensato di rivederne uno in giro; per questo, all'architetto Toraldo di Francia vanno i miei ringraziamenti; se non avesse fatto la sua pensilina, non l'avrebbero mai demolita; e se non l'avessero demolita, il bipianone non l'avrei mai più riveduto.

Tutti conoscono i famosi Double Deckers londinesi, ma ignorano generalmente che anche Firenze (e Napoli), per molti anni, hanno avuto i loro bipiano, che a mio spaventosamente campanilista parere erano assai più belli. Rimasero in servizio su alcune linee dagli anni '60 fino ai primissimi anni '80; li costruiva la Aerfer - Industrie Meccaniche Meridionali Aeronautiche e Ferrotranviarie di Napoli, che era un'azienda pubblica facendo parte del gruppo Finmeccanica. Indimenticabili. Facciamo un salto indietro e ammiriamone uno in una lochescion già di per sé suggestiva:

Il Bipiano era un autobus eccezionale, ed anche eccezionalmente comodo e divertente per chi vi saliva. L'unica scomodità, specialmente per gli utenti anziani, era l'autentica scaletta con ringhiera che portava al piano superiore: servirsene con il mezzo in movimento era una goduria per i ragazzini, e una tortura per i vecchi. C'era la guardiola per il bigliettaio, il posto di guida prevedeva il sedile con le strisce di plastica e la cosa più bella era, almeno per i minori di anni 12 quale io ero in anni oramai molto lontani, sedersi al piano superiore in corrispondenza del posto di guida, e far finta di guidare con tanto di prrrrrrrr con la lingua.


A Firenze, il Bipiano era tipicamente in servizio solo su alcune linee particolarmente utilizzate; una di queste era il 17, che faceva capolinea proprio dietro casa mia. Una delle caratteristiche salienti del mezzo era che il suo spaventoso motore diesel ferroviario, una volta acceso e riscaldato, non poteva essere spento pena una lunghissima procedura di riavvio. Ai capolinea gli autisti tenevano quindi il motore acceso. La prima corsa del 17 era alle 5.05 del mattino, e potete stare certi che i casamenti che si trovavano sotto il capolinea tremavano finché l'autobus non ripartiva...


E così il Bipiano, opportunamente istoriato (e, purtroppo, anche ritargato), ora fa le veci di Biglietti - Tickets. Per far vedere la nuova ATAF hanno scelto la vecchia, quella dei bus verdi. Anche con un simbolo antimilitarista:


Concludo qui questo lungo post "a pezzi e bocconi", proprio all'ora in cui mi han sempre detto che sono nato. Un quarto a mezzanotte. Il vecchio Bipianone, quanti e quali ricordi, quanta gente, quanti anni son passati.