Stavo per dire: e ora ricominciamo a far sul serio. Senonché il Demonio ci mette sempre un po' lo zampino, specialmente quando decide di fare scaricare la batteria della codacchina nei momenti meno indicati; e questo ne era uno. Sí, perché trovare in circolazione una Alfa Romeo Montreal, auto prodotta in 3925 esemplari numerati e carrozzata da Bertone, avrebbe meritato ben altra sorte. E menomale che, comunque, un paio di pose sono riuscito a prenderle.
Siamo nel popolare quartiere del Pignone, a due passi dal celebre e irripetibile Cinema Universale d'Essai, o meglio al locale vuoto e desolato che lo ospitava (a proposito: chi può vada a vedersi tutta la rassegna che si terrà al CPA Firenze Sud a partire dal 9 gennaio); e "universale", con ardito traslato, è un aggettivo che ben si attaglia a questa autovettura. Non certo per la sua diffusione, che fu forzatamente minima, quanto per la sua universale e stratosferica bellezza. Nulla da dire: in questo blog si va tranquillamente dal catorcio (non per niente la sua altra denominazione ufficiale è Catorcibus) alla dream car, e senza passare dal via.
Ma Universale anche per l'Esposizione. La storia di questa vettura comincia infatti proprio quando l'Alfa Romeo, nel 1967, fu chiamata a presentare due prototipi per l'Esposizione Universale di Montreal. Nel presentare i prototipi bertoniani, l'Alfa Romeo tenne un modestissimo basso profilo: la definì infatti "La massima aspirazione dell'uomo in fatto di automobili". Nientepopodimeno. Però bisogna dire che tutti i torti non li aveva; i prototipi dovevano restare nel museo dell'Esposizione come "prova d'artista", ma ottennero un successo talmente folgorante che, nel 1970, si passò alla produzione e alla messa in vendita. Nel 1972 una Montreal aveva un prezzo di listino di 5.700.000 lire, faceva 224 kmh e stava per essere abbandonata perché c'era la crisi del petrolio e la bellezza universale, almeno in fatto di automobili, non va molto d'accordo coi consumi. Questa è una macchina che doveva fare circa 28 centimetri con un litro, va detto.
Ne rimangono poche, anzi pochissime. Dall'Esposizione Universale al Cinema Universale. Dal lusso a pochi riservato al cinema più popolano e popolare che sia mai stato concepito. Ma l'Universale resta. La produzione cessò definitivamente nel 1977.
Siamo nel popolare quartiere del Pignone, a due passi dal celebre e irripetibile Cinema Universale d'Essai, o meglio al locale vuoto e desolato che lo ospitava (a proposito: chi può vada a vedersi tutta la rassegna che si terrà al CPA Firenze Sud a partire dal 9 gennaio); e "universale", con ardito traslato, è un aggettivo che ben si attaglia a questa autovettura. Non certo per la sua diffusione, che fu forzatamente minima, quanto per la sua universale e stratosferica bellezza. Nulla da dire: in questo blog si va tranquillamente dal catorcio (non per niente la sua altra denominazione ufficiale è Catorcibus) alla dream car, e senza passare dal via.
Ma Universale anche per l'Esposizione. La storia di questa vettura comincia infatti proprio quando l'Alfa Romeo, nel 1967, fu chiamata a presentare due prototipi per l'Esposizione Universale di Montreal. Nel presentare i prototipi bertoniani, l'Alfa Romeo tenne un modestissimo basso profilo: la definì infatti "La massima aspirazione dell'uomo in fatto di automobili". Nientepopodimeno. Però bisogna dire che tutti i torti non li aveva; i prototipi dovevano restare nel museo dell'Esposizione come "prova d'artista", ma ottennero un successo talmente folgorante che, nel 1970, si passò alla produzione e alla messa in vendita. Nel 1972 una Montreal aveva un prezzo di listino di 5.700.000 lire, faceva 224 kmh e stava per essere abbandonata perché c'era la crisi del petrolio e la bellezza universale, almeno in fatto di automobili, non va molto d'accordo coi consumi. Questa è una macchina che doveva fare circa 28 centimetri con un litro, va detto.
Ne rimangono poche, anzi pochissime. Dall'Esposizione Universale al Cinema Universale. Dal lusso a pochi riservato al cinema più popolano e popolare che sia mai stato concepito. Ma l'Universale resta. La produzione cessò definitivamente nel 1977.