Celestino V, al secolo Pietro da Morrone, fu, come si sa, il papa che fece il gran rifiuto. La Celestina di queste foto, invece, non si rifiuta né si rifiuterà mai. Di accendersi, di sgassare, di macinare chilometri; e Iddio solo sa quanti ne deve avere fatti. L'abbiamo, io e la piasintëina, sorpresa una mattina di spiaggia a Marina di Campo, nella piazzetta dove si trova la Coop del paese e che ha la singolare caratteristica d'una targa stradale con prima il cognome e poi il nome: piazza Gentini Libio. Così, come se fosse l'appello a scuola o un verbale dei carabinieri (il succitato Gentini Libio ecc.); insomma, se fossi lo spirito del sig. Libio Gentini, procurerei di andare a turbare i sonni di chi, pur dedicandogli la piazzetta, gli ha combinato questo scherzetto.
In questo autentico Trespery Masterpiece, la piasintëina ha avuto, va detto, un ruolo decisivo. Mentre, infatti, io ammiravo il mezzo e confabulavo con il proprietario per chiedergli il permesso di fotografarla, mi sono accorto, ahi lasso, di non avere con me la Kodak. Gravissimo errore da treggista dilettante che stavo per pagare caro: ma la piasintëina è intervenuta con il suo telefonino, o videofonino, o tuttofonino, provvedendo a immortalare la Celestina davanti al divertito suo proprietario, il sig. Danio (di Firenze, chiaramente) -che vorrei ringraziare per la gentilezza e che spero legga queste righe. Qui siamo non dico agli albori della Vespa (la cui produzione, è bene ricordarlo, è iniziata nel 1946), ma perlomeno un bel pezzo addietro nella sua storia: verso il 1967 o '68. Mi sarebbe piaciuto che il sig. Danio mi avesse potuto raccontare un po' della sua storia, ma non ce n'è stato malauguratamente il tempo.
Resta il fatto che la Celestina non morirà mai. Fra una quarantina d'anni, quando il Treggia's Blog sarà anche su Wikipedia (sìeeeee!), gestito dalla Treggia's Blog Foundation Inc. o roba del genere, la rincontreremo. Ancora là, ancora celeste, ancora ogni cosa.
In questo autentico Trespery Masterpiece, la piasintëina ha avuto, va detto, un ruolo decisivo. Mentre, infatti, io ammiravo il mezzo e confabulavo con il proprietario per chiedergli il permesso di fotografarla, mi sono accorto, ahi lasso, di non avere con me la Kodak. Gravissimo errore da treggista dilettante che stavo per pagare caro: ma la piasintëina è intervenuta con il suo telefonino, o videofonino, o tuttofonino, provvedendo a immortalare la Celestina davanti al divertito suo proprietario, il sig. Danio (di Firenze, chiaramente) -che vorrei ringraziare per la gentilezza e che spero legga queste righe. Qui siamo non dico agli albori della Vespa (la cui produzione, è bene ricordarlo, è iniziata nel 1946), ma perlomeno un bel pezzo addietro nella sua storia: verso il 1967 o '68. Mi sarebbe piaciuto che il sig. Danio mi avesse potuto raccontare un po' della sua storia, ma non ce n'è stato malauguratamente il tempo.
Resta il fatto che la Celestina non morirà mai. Fra una quarantina d'anni, quando il Treggia's Blog sarà anche su Wikipedia (sìeeeee!), gestito dalla Treggia's Blog Foundation Inc. o roba del genere, la rincontreremo. Ancora là, ancora celeste, ancora ogni cosa.