mercoledì 23 settembre 2009

L'Orangista škattéusë




Per certi miei trascorsi, invero oramai remoti, che mi portarono ad occuparmi del dialetto pugliese di Trani (e, soprattutto, di una sua parlante), conosco il significato di un bell'aggettivo di quell'idioma, vale a dire škattéusë. Etimologicamente corrisponde, certo, all'italiano "scattoso", ma in tranese significa un'altra cosa: indica infatti qualcosa che "salta agli occhi" per il suo colore particolarmente vivo. Il famoso "cazzotto negli occhi", insomma; lo si può usare per un vestito particolarmente sgargiante, oppure, come in questo caso, per la verniciatura decisamente vistosa di un automezzo. Ed è oramai una parola che mi è entrata talmente dentro, che a volte la uso tuttora -a distanza di decenni- al pari di un'altra sempre tranese, špendrùezzë, che indica un terreno accidentato, pieno di sassolini, aghi di pino, cose che fanno male ai piedi eccetera.

Insomma, quando ho visto parcheggiato questo furgone VW (il cui tetto rialzato testimonia di un suo antico uso come protocamper), škattéusë è stata ovviamente la prima parola che mi è venuta a mente. Poi mi è venuto di chiamarlo l'Orangista, anche se probabilmente il proprietario del mezzo non ha nulla a che fare nè coi seguaci di Guglielmo d'Orange (o di Nassau: lo si ritrova persino nell'inno nazionale olandese, Willem van Nassouwe, ed è per questo che l'arancione è il colore della nazionale di calcio di quel paese), né con gli Unionisti nordirlandesi o con Shankhill Road. Insomma, fra noialtri Treggisti "funzia" a questo modo: vedi un'autovettura, e la mente parte per viaggi che vanno da Trani fino a Belfast. Ardite associazioni di idee, ricordi e quant'altro. Senza contare che, per motivi che magari un giorno racconterò, sono assai legato alla targa "FI 75..."; ma, per parlarne, dovrò prima trovare una 128. Ancora, purtroppo, non mi è riuscito; ma accadrà.
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