martedì 3 novembre 2009

Il segno rosso del coraggio





L'opera maggiormente nota dello scrittore americano Stephen Crane, da cui prende il titolo questo post, narra di un soldato diciottenne che, durante la guerra di secessione americana, vince le proprie paure per diventare un eroe in battaglia. È stato ammannito a generazioni di ragazzi delle scuole medie ed è ritenuto un mirabile esempio di realismo. Sarà. Per quel che mi riguarda, e nutrendo scarsissima simpatia per gli eroismi guerreschi, preferisco di gran lunga l'autentico coraggio, anch'esso visibilmente rosso, del proprietario o della proprietaria di questo scintillante Cinquino.

Sta parcheggiato, infatti, in un vicolo della Firenze più vecchia (ed in modo del tutto legale, cosa che tengo sempre a specificare) che, nelle notti buie, farebbe paura anche al demonio; inoltre, ci vuole davvero coraggio a infilarsi in una strada del genere con una macchina, seppur di ridotte dimensioni. Ne fa fede anche la zuppa di motorini alla quale è addossato: per fotografare il retro, imperdibile anche per la targa salernitana più che notevole (SA 110222; ci fosse stato un "1" al posto dello zero...) ho dovuto assumere una posizione non propriamente plastica. Diciamo, per sintetizzare, che Diagilev, vedendomi, non mi avrebbe mai preso per i suoi celebri Balletti Russi.

Ne valeva la pena: tra tutti gli oramai numerosi Cinquini di questo post, mi ha fatto fare davvero pum pum al cuoricino. Un pum pum del tutto e forzatamente disinteressato dato che, anche volendo, con la mia stazza non entrerei mai dentro una 500. Ne ho mandata una soltanto una volta, e menomale che aveva il tettino apribile...