domenica 22 novembre 2009

Sincamìlle. (1) I segni premonitori.




Inutile dirlo: assieme alla Prinz, la Simca 1000 era una delle macchine più "concupite" dal TB; e, stavolta, per motivi che andavano persino ben al di là delle sue semplici caratteristiche di Treggia-simbolo. La prodigiosa vetturetta francese, innanzitutto, ha, per il sottoscritto, delle precise "valenze familiari" che mi riportano ad un mio zio, chiamato Dino, che per tutta la sua vita rimase fedele a due cose: le corse automobilistiche (con annesso ed eterno abbonamento a "Autosprint", rivista alla quale tentò inutilmente di appassionarmi perché, fin da piccolo, il mio orizzonte automobilistico non ha mai contemplato i circuiti e le rombanti monoposto miliardarie -senza contare che lo zio Dino era un Ferrarista e che a me la "rossa di Maranello" è sempre stata notevolmente sui coglioni assieme al suo inventore), e la Simca Mille. Ebbe sempre e solo Simca fino alla sua morte: due "Mille" (tra le quali la prima, blu notte, era soprannominata "La Poldina") e, quando smisero di farla, una 1100; logico che, rivederne una, mi fa rivedere anche lui. Vestito da bigliettaio dell'ATAF quando ancora non esistevano le obliteratrici automatiche, nella gabbietta col sedile striminzito, a dare i vecchi biglietti staccati uno ad uno dai blocchetti.

Ma c'è dell'altro, ed è qualcosa che ha più direttamente a che vedere col Treggia's Blog e con la sua nascita; ed anche, proprio, con questa macchina che qui vedete raffigurata, vale a dire con la Simca 1000 lillà la cui targa pisana è stata convenientemente neutralizzata, dal proprietario, con svariati adesivi della Fiorentina. Ve lo vo a raccontare.

Il Treggia's Blog è nato, come sanno tutti coloro che lo frequentano, il 1° giugno 2009; ma, in un certo senso, esiste da sempre. Perlomeno fin da quando, e non è giusto ieri, mi è cominciato a battere il cuoricino per le macchine vecchie, strane, scassate, lucide, puzzolenti, mai standardizzate. Certo, se ripenso a quante me ne son passate davanti agli occhi, di Tregge, e che non rivedrò senz'altro mai più, mi viene da mordermi le mani e da dirmi, invariabilmente: "Se ci avessi pensato prima". Finché, diciamo, verso gli ultimi di aprile di quest'anno l'idea ha cominciato sempre più decisamente a farsi strada; con tanto di segni premonitori.

Il primo, in ordine di tempo, è stata un'Alfa Romeo 1750 del 1973, parcheggiata fuori dalla stazione Centrale, un venerdì sera che aspettavo la piasintëina, con tanto di (gentilissimo) proprietario al seguito. Persino con una lunga chiacchierata, con vita e miracoli della vettura e con promessa di rivederci da qualche parte; ma, ancora, non viaggiavo con la Kodak fissa al seguito. E, così, l'Alfa 1750 è entrata a far parte delle Tregge perdute, perché non l'ho più rivista in giro. Proprio quella sera mi son detto: "No, basta, bisogna che faccia qualcosa".

Il secondo segno è stato, circa a metà maggio, una stupefacente Citroën Ami 6 targata Padova (PD 28... e qualcosa), parcheggiata di fronte al Discount dove vado sempre a fare la spesa, vicino a casa mia. Mi ci son fermato per un quarto d'ora, a rimirarla, senza nemmeno scaricare il carrello coi sacchetti. Anche quella, mai più rivista. Scomparsa nel nulla. Ma da quel giorno mi sono messo a ricercarla, e nel ricercarla sono capitato in un certo parcheggio di un'antica stradina suburbana delle mie parti, tra giardini, casermoni moderni e terratetto sei o settecenteschi. Non c'era, no, l'Ami 6; però c'era una Simca 1000 lillà, targata Pisa, che è stata forse la "molla" decisiva per farmi mettere su il TB. Sono passati pochi giorni e ho cominciato a fotografare le Tregge ed a metterle tutte in Rete. Ma della Sincamìlle (qualcuno faceva il plurale Sinchemìlle e qualcun altro addirittura un Rückeinzahl, Sincamìlla) targata Pisa, nemmeno di lei, più nessuna traccia.

Una volta messo in rete il TB c'ero tornato non so quante volte, in quel parcheggio, con la speranza di ritrovarla. Nulla da fare. E così poche sere fa, già a buio, di ritorno dal lavoro. Così, un tentativo per non saper cosa fare, e perché non si sa mai. Non c'era, no, la Sinca; ma si vede che il Dio dei Bivi, dopo avermi fatto pagare il giusto fio per non averla fotografata subito quando me l'aveva servita davanti, aveva deciso che la pena era stata scontata. Mandandomi intanto, come assaggino, la Fiat 128 3P. Esattamente in quel parcheggio. Ma non solo.

Mentre fotografavo la 128 3P, davanti al suo muso c'era, parcheggiata, una vettura moderna con un tipo che armeggiava nel bagagliaio, per i fatti suoi. Siccome mi copriva tutta la parte anteriore della 128, con estrema cortesia e spiegandogli che cosa stavo facendo, gli ho chiesto se poteva spostarsi un metro avanti per lasciarmi espletare il mio compito di Treggista; costui, con altrettanta cortesia, lo ha fatto; e poi ci siamo messi a chiacchierare un po'. Essendo entrati nel discorso, gli ho raccontato anche della Simca 1000 che avevo visto mesi prima nello stesso parcheggio, e che stavo cercando proprio lei. Questo mi ha fatto un sorriso:

"Guardi che c'è sempre, è di uno che sta qui dietro e che credo sia il padrone anche della 128, è un appassionato. La mette quasi sempre fuori a sera, se ci torna di sicuro la trova..."

Glab. E la sera dopo ci sono tornato, a sera. E c'era. Un'altra delle mie consuete danze di ringraziamento: stavolta, sì, l'avevo ritrovata. Un pezzo non indifferente del TB e della sua storia, anzi della sua preistoria, che va finalmente al suo posto. E ho preso talmente tante foto, della Sincamìlle targata Pisa, che me ne avanzano per fare una seconda parte con la storia d'un'altra Simca 1000, e d'un mio vecchio padron di casa.

(1. continua)