domenica 18 luglio 2010

Bulågna



Bulågna, con tanto di pallino scandinavo sulla "a", è per me una città che è stata sorella. Una di quelle che, tuttora, sono capace di girare senza problemi, dando indicazioni stradali a chi me le chiede. Credevo nella sorellanza toscoemiliana, anche perché la mia famiglia, da parte di padre, è di lontanissime origini emiliane (ferraresi) e a Bologna esistono paginate dell'elenco telefonico piene di Venturi. Non soltanto per questo, certamente; poi Bologna, come cantano i Gang in una loro amara e bellissima canzone, "se l'hanno presa loro".


Ma quando vedo una targa bolognese appiccicata, che so io, a una R4, mi vengono in mente tante e forse troppe cose: quello che resta è l'ombra di una vita. Il Paz non si è perso niente, e invece a noialtri ci è toccato vederlo. Come mestiere inveterato, quello di non perdere cagnescamente l'ultimo barlume di speranza, e di tenerlo acceso in qualche modo. Anche con una vecchia carretta su un vialone di Firenze. Targata Bologna. Ce la ripiglieremo!