mercoledì 4 dicembre 2013

L'eterno riposo



La Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze è, con tutta probabilità, la più antica associazione del volontariato sanitario esistente al mondo. E qui non si parla dei pur sovente lontani anni delle nostre tregge: si parla del 1244. Da allora, la Misericordia di Firenze trasporta e soccorre ammalati e feriti, passata com'è dalle "zane" (le antichissime gerle che i volontari di otto secoli e mezzo fa si sobbarcavano sulle spalle) alle più moderne autoambulanze e ai mezzi della protezione civile. A Firenze la Misericordia fa talmente parte del tessuto storico della città, che "misericordia" è diventato popolarmente sinonimo di "autoambulanza"; sentir dire che, sul luogo di un incidente, sono arrivate "tre misericordie" è comunissimo (anche se magari i mezzi sono di altre associazioni).

Tra le tante cose che la Misericordia possiede e gestisce, vi sono i cimiteri. Quello, enorme e moderno, di Soffiano; e quello, storico e chiuso da oltre cent'anni, dei Pinti. Si trova all'inizio del centro storico, in via degli Artisti, e prende nome dall'antica Porta a Pinti che sorgeva nelle vicinanze (e la quale ha lasciato il suo nome a Borgo Pinti, la lunghissima e stretta strada che dai viali porta fino all'Arco di San Piero). Il cimitero di Pinti ospita defunti che, probabilmente, nessuno può andare più a onorare; essendo stato chiuso nel 1898, è rimasto esclusivamente come cimitero storico e viene aperto al pubblico esclusivamente per un giorno, ovviamente il due di novembre.

In questa particolarissima atmosfera, sembra che il "cimitero defunto" abbia voluto essere anche la tomba di un carro funebre; e quale posto migliore vi potrebbe essere, del resto? Il fatto è che nulla, ma proprio nulla, sfugge a Mark B, che ci regala qui una delle sue consuete meraviglie. Nel Cimitero dei Pinti dorme infatti il suo eterno riposo di treggia, presso tombe oramai dimenticate da tutti, questo Fiat 615l autofunebre che è probabilmente il più antico di tutta la provincia di Firenze, essendo stato immatricolato nel 1954. Dismesso anch'egli da trent'anni dalla Misericordia di Firenze, è stato sistemato nel Cimitero dei Pinti senza essere demolito; e come si potrebbe farlo, del resto, con'un opera d'arte del genere?

E' il vero carro funebre col catafalco di legno nero, le stuccature dorate e tutto il resto; in pratica, al 615 è applicata un'opera di alta ebanisteria. Per vedere una cosa del genere, attualmente, si può ricorrere a un solo mezzo: qualche spezzone di film neorealisti degli anni '50. Superato qualche comprensibile scongiuro, c'è da rimanere sbalorditi davanti a un mezzo del genere. C'è da giurare che, il 2 novembre 2014, mi apposterò fin dalla mattina per entrare nel Cimitero dei Pinti l'unico giorno della sua apertura annuale; magari anche con un fiore da mettere su una tomba, una qualsiasi, che non ne vede più uno da cent'anni.