L'Antefatto
La mattina del giorno in cui avrei prima trovato la Fiat 1500 del post precedente, e poi, a distanza di nemmeno due ore, quest'altra Fiat 1500 assolutamente identica, dello stesso anno (1965) e del medesimo colore, mi trovavo presso un'ospedale cittadino impegnato in un trasporto sanitario che comportava una lunga attesa; talmente lunga che, a un certo punto, ho potuto tornarmene a casa a mangiare. Uscendo da solo e tornando verso il pulmino attrezzato, mi sono sentito chiamare: Venturi!
Era una ragazza, fino ad allora mai vista di persona, ma che conoscevo. Da Internet, ebbene sì. Una lettrice sia del TB che dell'altro mio blog, con la quale ogni tanto mi sono scambiato qualche mail e che, pure lei, dirò in senso molto lato, svolge un'attività in campo sanitario. Un'altra cosa ci accomuna: l'Isola d'Elba. Il nostro (peraltro non fitto) scambio di mail è cominciato proprio con le storie elbane che scrivo a volte sull'altro blog, e ci siamo a volte ritrovati a conoscere le stesse persone e gli stessi luoghi senza esserci mai minimamente visti. Mi ha riconosciuto perché su tutti i blog c'è la mia foto (quella attuale è stata scattata proprio all'isola d'Elba, a San Piero, mentre usufruivo del wi-fi del Mago Chiò in Piazz'i'Chiésa). Insomma, per riassumere: l'intervento del fato sul piazzale antistante un ospedale, bypassando Facebook e usufruendo della gentile ed assai più soddisfacente mano del caso. Siamo stati un quarto d'ora a parlare, e ci siamo scambiati i numeri di telefono; magari ci pigliasse la voglia di farci una chiacchierata ogni tanto. Col mio numero di telefono poi, si va sul sicuro: sull'altro blog sta bello papale sotto il titolo, e su questo ve lo do senza problemi casomai desideraste ragionar di tregge direttamente col Treggista: 339-4723095. Insomma, come dire, un incontro che mi ha fatto proprio un gran piacere; essere riconosciuti per quel che si scrive, specialmente quando lo si fa solo per il gusto di farlo e senza guadagnarci nemmeno mezza lira, è una ricompensa inestimabile.
Dimenticavo una cosa: la ragazza in questione ha un nome e un cognome, ma la chiamerò come lei stessa si fa chiamare in rete: Dora.
La Milleccinque
Torno in servizio, e verso le due trovo la prima Fiat 1500, l'Inglese. Dopo nemmeno due ore, mentre sono a bordo dello stesso pulmino attrezzato, ecco pure la seconda: a bordo c'è un signore anziano, e anch'egli sperimenta (come oramai già qualche decina di ignari cittadini) l'intervento classico del Treggista: inchiodata, energumeno (<-- il sottoscritto) che esce fuori brandendo una codacchina digitale, e richiesta del permesso di fotografare la sua macchina. Permesso accordato con la massima gentilezza, come finora è avvenuto nel 100% dei casi: l'anziano signore è addirittura sceso dalla macchina, si è messo a chiacchierare e ha tenuto a specificare che lui, quella macchina, la usa tutti i giorni. Anche lui da quarantaquattro anni. Gli faccio presente che poco prima, e là vicino, ne avevo fotografata una esattamente uguale, e questo me ne dice pure l'indimenticabile targa: FI 301130. Si conoscono. C'è anche il caso che si salutino pure le macchine, incrociandosi; così va nel mondo sotterraneo delle Tregge che ancora circolano imperterrite in queste nostre città suvvosmartizzate. Lo ringrazio, e di cuore, e me ne torno per i fatti miei; non senza specificare che l'unico particolare che distingue le due 1500, a parte le targhe del Registro delle Auto d'Epoca (che questa non ha), è che stavolta la guida è a sinistra (come si vede dalla foto).
Il postfatto
Neanche venti minuti dopo, mi arriva sul telefonino un messaggio SMS: e lo sapete di chi? Della Dora. La quale, da Treggista consumata, mi avverte di avere avvistato in una certa strada (a poca distanza) una Fiat 1500 grigia e specificando che ne vale la pena. La chiamo immediatamente, raccontandole ridendo che quella 1500 grigia l'ho già incontrata e fotografata nemmeno venti minuti prima; in pratica, l'anziano signore, dopo avermela fatta riprendere, se n'è andato per la sua strada a farsi beccare proprio dalla Dora. Conosciuta la mattina stessa davanti a un ospedale, eccetera eccetera eccetera.
La cosa ha avuto due conseguenze:
a) rafforzarmi nella convinzione che la cosiddetta comunicazione immediata sarà anche tanto comoda, carina e trendy, ma che ammazza il caso, l'imprevisto, la coincidenza, l'inatteso; cose che, per quel che mi riguarda, non desidero che vengano ammazzate per nessuna ragione al mondo, da niente e da nessuno perché fanno parte del vero sale della vita;
b) che, d'ora in poi, la Fiat 1500 grigia del 1965 targata FI 28 eccetera, si chiama La Dora. E, quando la incontrerò, non v'ha dubbio alcuno che racconterò tutta questa storia anche all'anziano e gentile signore che ne è il proprietario. E gli dirò anche come si chiama la sua macchina!
La mattina del giorno in cui avrei prima trovato la Fiat 1500 del post precedente, e poi, a distanza di nemmeno due ore, quest'altra Fiat 1500 assolutamente identica, dello stesso anno (1965) e del medesimo colore, mi trovavo presso un'ospedale cittadino impegnato in un trasporto sanitario che comportava una lunga attesa; talmente lunga che, a un certo punto, ho potuto tornarmene a casa a mangiare. Uscendo da solo e tornando verso il pulmino attrezzato, mi sono sentito chiamare: Venturi!
Era una ragazza, fino ad allora mai vista di persona, ma che conoscevo. Da Internet, ebbene sì. Una lettrice sia del TB che dell'altro mio blog, con la quale ogni tanto mi sono scambiato qualche mail e che, pure lei, dirò in senso molto lato, svolge un'attività in campo sanitario. Un'altra cosa ci accomuna: l'Isola d'Elba. Il nostro (peraltro non fitto) scambio di mail è cominciato proprio con le storie elbane che scrivo a volte sull'altro blog, e ci siamo a volte ritrovati a conoscere le stesse persone e gli stessi luoghi senza esserci mai minimamente visti. Mi ha riconosciuto perché su tutti i blog c'è la mia foto (quella attuale è stata scattata proprio all'isola d'Elba, a San Piero, mentre usufruivo del wi-fi del Mago Chiò in Piazz'i'Chiésa). Insomma, per riassumere: l'intervento del fato sul piazzale antistante un ospedale, bypassando Facebook e usufruendo della gentile ed assai più soddisfacente mano del caso. Siamo stati un quarto d'ora a parlare, e ci siamo scambiati i numeri di telefono; magari ci pigliasse la voglia di farci una chiacchierata ogni tanto. Col mio numero di telefono poi, si va sul sicuro: sull'altro blog sta bello papale sotto il titolo, e su questo ve lo do senza problemi casomai desideraste ragionar di tregge direttamente col Treggista: 339-4723095. Insomma, come dire, un incontro che mi ha fatto proprio un gran piacere; essere riconosciuti per quel che si scrive, specialmente quando lo si fa solo per il gusto di farlo e senza guadagnarci nemmeno mezza lira, è una ricompensa inestimabile.
Dimenticavo una cosa: la ragazza in questione ha un nome e un cognome, ma la chiamerò come lei stessa si fa chiamare in rete: Dora.
La Milleccinque
Torno in servizio, e verso le due trovo la prima Fiat 1500, l'Inglese. Dopo nemmeno due ore, mentre sono a bordo dello stesso pulmino attrezzato, ecco pure la seconda: a bordo c'è un signore anziano, e anch'egli sperimenta (come oramai già qualche decina di ignari cittadini) l'intervento classico del Treggista: inchiodata, energumeno (<-- il sottoscritto) che esce fuori brandendo una codacchina digitale, e richiesta del permesso di fotografare la sua macchina. Permesso accordato con la massima gentilezza, come finora è avvenuto nel 100% dei casi: l'anziano signore è addirittura sceso dalla macchina, si è messo a chiacchierare e ha tenuto a specificare che lui, quella macchina, la usa tutti i giorni. Anche lui da quarantaquattro anni. Gli faccio presente che poco prima, e là vicino, ne avevo fotografata una esattamente uguale, e questo me ne dice pure l'indimenticabile targa: FI 301130. Si conoscono. C'è anche il caso che si salutino pure le macchine, incrociandosi; così va nel mondo sotterraneo delle Tregge che ancora circolano imperterrite in queste nostre città suvvosmartizzate. Lo ringrazio, e di cuore, e me ne torno per i fatti miei; non senza specificare che l'unico particolare che distingue le due 1500, a parte le targhe del Registro delle Auto d'Epoca (che questa non ha), è che stavolta la guida è a sinistra (come si vede dalla foto).
Il postfatto
Neanche venti minuti dopo, mi arriva sul telefonino un messaggio SMS: e lo sapete di chi? Della Dora. La quale, da Treggista consumata, mi avverte di avere avvistato in una certa strada (a poca distanza) una Fiat 1500 grigia e specificando che ne vale la pena. La chiamo immediatamente, raccontandole ridendo che quella 1500 grigia l'ho già incontrata e fotografata nemmeno venti minuti prima; in pratica, l'anziano signore, dopo avermela fatta riprendere, se n'è andato per la sua strada a farsi beccare proprio dalla Dora. Conosciuta la mattina stessa davanti a un ospedale, eccetera eccetera eccetera.
La cosa ha avuto due conseguenze:
a) rafforzarmi nella convinzione che la cosiddetta comunicazione immediata sarà anche tanto comoda, carina e trendy, ma che ammazza il caso, l'imprevisto, la coincidenza, l'inatteso; cose che, per quel che mi riguarda, non desidero che vengano ammazzate per nessuna ragione al mondo, da niente e da nessuno perché fanno parte del vero sale della vita;
b) che, d'ora in poi, la Fiat 1500 grigia del 1965 targata FI 28 eccetera, si chiama La Dora. E, quando la incontrerò, non v'ha dubbio alcuno che racconterò tutta questa storia anche all'anziano e gentile signore che ne è il proprietario. E gli dirò anche come si chiama la sua macchina!