domenica 25 ottobre 2009

Pigiati n'i' Clèbbe a randellate





La chiamavano tutti quanti Mini Minor Familiare, anche se, a rigore, per farci star dentro una famiglia intera ci sarebbero voluti i famosi pigiapasseggeri della metropolitana di Tokyo, e a condizione che la statura massima dei membri della famiglia in questione non superasse 1 metro e 45; insomma, se il pater familias fossi stato io, ne avrei agevolmente sfondato il tetto col capo. Però la denominazione ufficiale della stupefacente vetturetta inglese commercializzata in Italia dalla Innocenti, era Mini Minor Club. Come mai dovesse essere proprio Club (in fiorentino: clèbbe, plurale clèbbi) non è dato saperlo, visto che, se qualcuno in Inghilterra si fosse azzardato a presentarsi alla porta di uno dei famosi, esclusivissimi e pallosissimi clubs per i quali è nota la perfida Albione con una macchina del genere, sarebbe volato nel Tamigi con tutta la vettura. Però, ricordandomi di essere stato un tempo un notissimo linguista & glottologo, vado ad azzardare un'ardita ipotesi.

Bisogna infatti ricorrere all'etimologia: in lingua inglese, in origine, club significava randello, bastone, mazzuolo. E di che cosa sono fatti normalmente i randelli, i bastoni e i mazzuoli? Ma di duro legno, caspiterina! E si notino allora, alla luce di questa rivelazione, le guarnizioni della parte posteriore della vettura, tutte quante di buon legno ricavato sicuramente da nodosi randelli fabbricati disboscando un'intera vallata del Sussex: da qui non soltanto il nome (l'auto dovrebbe dunque chiamarsi italicamente Mini Minor Randello), ma anche l'inconfondibile aspetto di cassapanca semovente della vettura, che qualcuno ha definito anche madia su 4 ruote o, più perfidamente, carro funebre per nani. E, vista la targa "47"...