Con questa vettura, Simone il Caporniano propone al TB e all'attenzione di tutti una rarità e un capolavoro.
Una rarità, perché si tratta di un'autentica Fiat 600 Savio Jungla. La Fiat, per contrastare il successo della Mini Moke (quella che nel TB è la "cosa" per antonomasia...), decise nel 1965 di lanciarsi nel settore (molto "anni 60/70") delle cosiddette spiaggine, il cui esemplare più celebre resta però senz'altro la Citroën Mehari: affidò quindi alla Carrozzeria Savio (con sede sempre a Torino) la progettazione e la produzione di questa risposta italiana. Rimase in catalogo fino al 1974, ma ne furono prodotti soltano 3200 esemplari (di cui 300 dotati di riduttore, ovvero il "primino"). Il suo destino fu peraltro bizzarro, anche se comune un po' a tutte le "spiaggine": nata per essere una specie di "auto beat" per un pubblico di ggggiòvani, gli esemplari costruiti finirono quasi tutti ai militari e alle forze di polizia. Addirittura, un certo numero di Savio Jungla finirono per l'addestramento all'accademia militare della Cecchignola. Qui si può vedere una vecchia pubblicità francese della 600 Savio Jungla:
Naturalmente, stante la ritargatura pisese, non è possibile determinare con esattezza l'anno di produzione di questo esemplare simoniano; ma dicevamo che è anche un capolavoro.
Un capolavoro in sé, ma anche e soprattutto un capolavoro di ruggine. Qui la ruggine, intesa come simbolo del tempo e della treggia, assume un'autentica consistenza di solennità. Di essenza stessa del Treggismo militante. L'ossidazione che conferisce alla carrozzeria i quattro quarti di nobiltà della Treggia, finalmente in mezzo a un prato tra i fiori di campo. Non sarà la (peraltro finta) giungla cui si rifaceva il suo nome, ma è sempre meglio di qualche triste accademia militare.
Nota a margine. Con questo post, il TB raggiunge nel 2010 lo stesso numero di post dell'intero 2009: esattamente centoottantanove.