Questo sarà un post molto particolare. Forse addirittura unico.
C'è, a Firenze, un bar pasticceria che serve, debbo dirlo, delle ottime paste e degli ottimi pezzi salati. Poiché sono nato proprio in quel quartiere, lo conosco da anni e anni: si chiama Il Bersagliere. Così gli faccio anche un po' di réclame, ché se la merita.
Dopo questa breve introduzione, comincio a non saper più da dove rifarmi. Il proprietario del bar lo è anche di una vecchia conoscenza del TB; ma, quando l'ho fotografata, ancora non lo sapevo o non avevo ricollegato bene. Quel che mi ricordavo, invece, è che sugli scaffali del bar è sistemata una cosa assolutamente straordinaria: la più vasta collezione fiorentina di modellini di furgoni VW Transporter e Microbus. Non ci credete? Cominciate un po' a guardare:
Si iniziano quindi a ricomporre le cose. Il proprietario del bar pasticceria Il Bersagliere ha nel bar una quantità impressionante di modellini e anche un Transporter, vero, del 1970. A dire il vero, ne ha altri due: uno più recente, targato FI 98... e qualcosa, che noto da anni fuori dal locale ma che ancora non ho fotografato; ed un altro, più vecchio, che secondo la sua stessa ammissione non smuove quasi mai perché troppo prezioso. Che sia qualcosa di simile a questo qui sotto, la cui fotografia si trova in mezzo ai modellini sugli scaffali...?
(Fotografie, e ahimé soltanto tali, di un Microbus del 1952 targato FI 66618, dai colori fantasmagorici e di proprietà di un convento di monache!)
Andiamo oltre. Il proprietario del Bersagliere è anche animatore del Vespa Club Firenze. Come tale, e come Transporterista, è amico dei nostri amatissimi Caporniani: Giulio e Simone. Della serie: a Firenze, prima o poi, e in qualche modo, ci si incontra sempre. Per caso ho conosciuto Giulio, e per caso avevo fotografato il Transporter targato Siena del Bersagliere una sera, lontano dal bar e anzi piuttosto vicino a casa mia. Casi e coincidenze, no? E, intanto, sarà bene continuare a far vedere che cosa c'è sugli scaffali della pasticceria:
Proseguiamo. Chiacchierando, e venendo anche a sapere che il Bersagliere è da mesi lettore e "fan" del Treggia's Blog, il discorso va su un tizio che è avventore del locale, e che nella medesima strada, anch'egli leggendo il TB, si è comprato un'altra nostra vecchia conoscenza. Ora dovete sapere che questa persona è figlia di un vecchio collega di mio padre e che è un amico di vecchia data di mio fratello. Cose che capitano, no? Sarà quindi ora di riassumere un po' la cosa, ma non prima di aver messo un altro po' di roba che si trova sugli scaffali:
Il riassunto, allora. Siamo in un bar pasticceria dove vado, seppur saltuariamente, da anni. Gli stessi anni, comunque, da quando vi avevo notato (e come non farlo?) l'incredibile collezione di furgoni VW in modellino. Arriva il TB, ci si fotografa casualmente a giro per la città e poi il destino fa ricomporre tutto quanto mettendoci in contatto. Un altro cliente del bar, sempre dalle pagine del TB, acquista una bella treggia. In mezzo a tutto questo, senza che nessuno ne sappia niente, nello stesso bar mi accade un altro curioso episodio, che racconto qui in un altro dei miei blog.
Strani i casi della vita, eh? Eppure, non so proprio come dirlo, il tempo dello stupore è passato. Con l'età, che di mezzo ci siano delle autovetture vere o in modellino, oppure qualsiasi altra cosa, lo stupore ha lasciato posto alla constatazione della logica profonda sottesa agli intrecci delle esistenze e delle loro passioni. Di tutto questo, insomma, non sono più meravigliato: prima o poi le tessere di qualsiasi mosaico vengono rimesse a posto. Vale per ogni cosa, per ogni situazione. A questo blogghino l'onore e l'onere di essere stato protagonista di una di queste ricomposizioni, che comunque non sono mai semplici e che abbisognano di anni, anni, anni.
Sarebbe, dunque, finita qui. Però c'è dell'altro. C'è Leonardo. Quel Leonardo che sta al primo posto nel titolo di questo post. Bisogna parlarne, e nel parlarne la storia si fa molto, molto diversa; del tutto differente da qualsiasi altra raccontata in questo blog. Leonardo è questo ragazzo in sella ad una moto, in una fotografia che, nel bar pasticceria Il Bersagliere, sta proprio in mezzo ai modellini dei furgoni Volkswagen:
Leonardo aveva ventinove anni. Era un ragazzo, mi dicono, che lavorava in un'officina lì vicino. Un amico caro del proprietario del Bersagliere. Non conoscendolo di persona, adopero qui l'elementare forma di rispetto che consiste nel non lanciarsi in iperboli che quasi sempre vanno a sfociare nella banalità. Ho troppa consuetudine con quella maledetta Signora, per l'attività che svolgo da più di trent'anni.
Leonardo è morto una mattina, a pochi metri da casa sua, proprio alla guida di un furgone Volkswagen. È l'unica tessera che, disgraziatamente, manca da tutto questo mosaico. Sarebbe stato qui, assieme a tutti noi. Assieme anche a me, che non l'avevo mai conosciuto né visto, e che ne parlo ora per tramite di una fotografia rifotografata. Non importa: è qui con me lo stesso, è qui con noi tutti.
Se chi lo conosceva bene leggerà queste righe, vorrei soltanto dirgli che la forma di rispetto di cui parlavo prima è fatta principalmente di silenzio; e di parole ne ho già scritte fin troppe. Il resto lo lascio al vento, alla pioggia, al sole che batte.
Ad un anno dalla morte di Leonardo, mi racconta il proprietario del Bersagliere, gli amici del Vespa Club vollero ricordarlo con un'iniziativa in favore della Croce Azzurra delle Sieci. Questa è la targa commemorativa. Vi si vedono un furgone Volkswagen e una Vespa.
C'è, a Firenze, un bar pasticceria che serve, debbo dirlo, delle ottime paste e degli ottimi pezzi salati. Poiché sono nato proprio in quel quartiere, lo conosco da anni e anni: si chiama Il Bersagliere. Così gli faccio anche un po' di réclame, ché se la merita.
Dopo questa breve introduzione, comincio a non saper più da dove rifarmi. Il proprietario del bar lo è anche di una vecchia conoscenza del TB; ma, quando l'ho fotografata, ancora non lo sapevo o non avevo ricollegato bene. Quel che mi ricordavo, invece, è che sugli scaffali del bar è sistemata una cosa assolutamente straordinaria: la più vasta collezione fiorentina di modellini di furgoni VW Transporter e Microbus. Non ci credete? Cominciate un po' a guardare:
Si iniziano quindi a ricomporre le cose. Il proprietario del bar pasticceria Il Bersagliere ha nel bar una quantità impressionante di modellini e anche un Transporter, vero, del 1970. A dire il vero, ne ha altri due: uno più recente, targato FI 98... e qualcosa, che noto da anni fuori dal locale ma che ancora non ho fotografato; ed un altro, più vecchio, che secondo la sua stessa ammissione non smuove quasi mai perché troppo prezioso. Che sia qualcosa di simile a questo qui sotto, la cui fotografia si trova in mezzo ai modellini sugli scaffali...?
(Fotografie, e ahimé soltanto tali, di un Microbus del 1952 targato FI 66618, dai colori fantasmagorici e di proprietà di un convento di monache!)
Andiamo oltre. Il proprietario del Bersagliere è anche animatore del Vespa Club Firenze. Come tale, e come Transporterista, è amico dei nostri amatissimi Caporniani: Giulio e Simone. Della serie: a Firenze, prima o poi, e in qualche modo, ci si incontra sempre. Per caso ho conosciuto Giulio, e per caso avevo fotografato il Transporter targato Siena del Bersagliere una sera, lontano dal bar e anzi piuttosto vicino a casa mia. Casi e coincidenze, no? E, intanto, sarà bene continuare a far vedere che cosa c'è sugli scaffali della pasticceria:
Proseguiamo. Chiacchierando, e venendo anche a sapere che il Bersagliere è da mesi lettore e "fan" del Treggia's Blog, il discorso va su un tizio che è avventore del locale, e che nella medesima strada, anch'egli leggendo il TB, si è comprato un'altra nostra vecchia conoscenza. Ora dovete sapere che questa persona è figlia di un vecchio collega di mio padre e che è un amico di vecchia data di mio fratello. Cose che capitano, no? Sarà quindi ora di riassumere un po' la cosa, ma non prima di aver messo un altro po' di roba che si trova sugli scaffali:
Il riassunto, allora. Siamo in un bar pasticceria dove vado, seppur saltuariamente, da anni. Gli stessi anni, comunque, da quando vi avevo notato (e come non farlo?) l'incredibile collezione di furgoni VW in modellino. Arriva il TB, ci si fotografa casualmente a giro per la città e poi il destino fa ricomporre tutto quanto mettendoci in contatto. Un altro cliente del bar, sempre dalle pagine del TB, acquista una bella treggia. In mezzo a tutto questo, senza che nessuno ne sappia niente, nello stesso bar mi accade un altro curioso episodio, che racconto qui in un altro dei miei blog.
Strani i casi della vita, eh? Eppure, non so proprio come dirlo, il tempo dello stupore è passato. Con l'età, che di mezzo ci siano delle autovetture vere o in modellino, oppure qualsiasi altra cosa, lo stupore ha lasciato posto alla constatazione della logica profonda sottesa agli intrecci delle esistenze e delle loro passioni. Di tutto questo, insomma, non sono più meravigliato: prima o poi le tessere di qualsiasi mosaico vengono rimesse a posto. Vale per ogni cosa, per ogni situazione. A questo blogghino l'onore e l'onere di essere stato protagonista di una di queste ricomposizioni, che comunque non sono mai semplici e che abbisognano di anni, anni, anni.
Sarebbe, dunque, finita qui. Però c'è dell'altro. C'è Leonardo. Quel Leonardo che sta al primo posto nel titolo di questo post. Bisogna parlarne, e nel parlarne la storia si fa molto, molto diversa; del tutto differente da qualsiasi altra raccontata in questo blog. Leonardo è questo ragazzo in sella ad una moto, in una fotografia che, nel bar pasticceria Il Bersagliere, sta proprio in mezzo ai modellini dei furgoni Volkswagen:
Leonardo aveva ventinove anni. Era un ragazzo, mi dicono, che lavorava in un'officina lì vicino. Un amico caro del proprietario del Bersagliere. Non conoscendolo di persona, adopero qui l'elementare forma di rispetto che consiste nel non lanciarsi in iperboli che quasi sempre vanno a sfociare nella banalità. Ho troppa consuetudine con quella maledetta Signora, per l'attività che svolgo da più di trent'anni.
Leonardo è morto una mattina, a pochi metri da casa sua, proprio alla guida di un furgone Volkswagen. È l'unica tessera che, disgraziatamente, manca da tutto questo mosaico. Sarebbe stato qui, assieme a tutti noi. Assieme anche a me, che non l'avevo mai conosciuto né visto, e che ne parlo ora per tramite di una fotografia rifotografata. Non importa: è qui con me lo stesso, è qui con noi tutti.
Se chi lo conosceva bene leggerà queste righe, vorrei soltanto dirgli che la forma di rispetto di cui parlavo prima è fatta principalmente di silenzio; e di parole ne ho già scritte fin troppe. Il resto lo lascio al vento, alla pioggia, al sole che batte.
Ad un anno dalla morte di Leonardo, mi racconta il proprietario del Bersagliere, gli amici del Vespa Club vollero ricordarlo con un'iniziativa in favore della Croce Azzurra delle Sieci. Questa è la targa commemorativa. Vi si vedono un furgone Volkswagen e una Vespa.