lunedì 10 ottobre 2011

Cafeteras de la Revolución (Intro)



Il centro storico dell'Avana, a Cuba, è classificato come Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO; decisione quanto mai opportuna viste le bellezze della capitale cubana. Però, dipendesse dal sottoscritto, al medesimo patrimonio ascriverei volentieri anche una cospicua parte delle automobili che circolano nell'isola caraibica, un autentico museo a cielo aperto soprattutto per quel che riguarda le autovetture americane degli anni '40 e '50. In nessun'altra parte del mondo ne esistono ancora talmente tante, e perfettamente circolanti; e la cosa ha una sua ben precisa ragione.

Con la rivoluzione cubana ed il susseguente embargo decretato dagli Stati Uniti d'America (embargo che perdura tuttora, dopo oltre cinquant'anni), il parco auto cubano si è come come congelato al 1959. Lascio ovviamente alle convinzioni e alle considerazioni di ognuno giudicare sulla giustizia o meno di tale provvedimento, che per quel che mi riguarda ritengo un'autentica barbarie (visti poi i fior fiore di regimi fascisti, militari e liberticidi ampiamente sostenuti e foraggiati dagli USA); fatto sta che, tra le centinaia di cose colpite dall'embargo vi sono state ovviamente anche le importazioni di autoveicoli. In questo modo, chi possedeva un'autovettura all'inizio degli anni '60 (ed in parecchi casi si trattava di mezzi già con diversi anni sul groppone) se la è tenuta ad ogni costo, arrangiandosi ingegnosamente con le riparazioni e i pezzi di ricambio e tenendo in vita un vero e proprio Jurassic Park dell'automobile. Ognuna di queste vetture che circola a Cuba è, anch'essa, testimone della Storia; e non soltanto perché ne ha vista tanta, ma anche perché la sua stessa esistenza ne è una diretta conseguenza.

Le foto che vedete in questo post, e che vedrete in tutta una serie di post successivi, non sono ovviamente riprese dalla Rete: si tratta di foto originali, scattate da un'amica più che cara, Marinella A., nel corso di una delle sue oramai tante permanenze a Cuba; risalgono allo scorso mese di giugno. Quando Marinella è partita, le ho affidato un compito ben preciso: quello di fotografare quante più tregge cubane le fosse stato possibile. Compito che ha assolto alla perfezione, spingendo il TB davvero oltre l'oceano. A dire il vero, non esiste praticamente turista in visita a Cuba che, almeno una volta, non abbia fotografato una di queste incredibili macchine, spesso mastodontiche e tenute in condizioni oserei dire commoventi (viste le difficoltà di approvvigionamento di qualsiasi cosa). Macchine che rappresentano anche una lezione per tutti: pensate un po', ad esempio, se in Italia si fosse fatto lo stesso invece di foraggiare gli incentivi e le rottamazioni benevolmente concesse al padronato della Fiat.

Di parecchie vetture fotografate da Marinella (come nel caso di questa) non si è potuto risalire alla marca e al modello; pazienza. Si tratta naturalmente di modelli mai visti in Italia, a parte forse qualche rarissimo esemplare posseduto da collezionisti. Nella Isla de la Revolución, invece, sono il pane quotidiano; ed il TB si onora, per mano di Marinella, di farvene vedere qualcuna ancora in sesto e in servizio in pieno 2011.