E ci risiamo; evidentemente, chi possiede ancora una 600 Multipla non riesce proprio a tenere le targhe originali e deve metterci quelle maledette ZA e qualcosa. Così era pure accaduto per l'unica altra Multipla presente nel TB; da Piacenza si passa a Genova (anzi, a Marina di Sestri Ponente, come informa l'amico Fabrizio), ma la musica non cambia. Per vendicarmi, ho deciso (contrariamente alla prassi del TB) di mettere come prima foto quella laterale, dove la targa non si vede; per il resto, naturalmente, siamo di fronte ad un esemplare che definire stupefacente è poco. La 600 Multipla, ai suoi tempi, era celebre per essere uno dei più tipici e gettonati pulmini delle suore; facile da guidare anche per Suor Moana, spazioso e dalla linea non frivola; in effetti, a bordo di un automezzo del genere è facile immaginarsi un bel carico di monache del convento di San Rocco. Però un altro uso assai comune della 600 Multipla fu come taxi (tanto da essere considerata per un certo periodo, nei primi anni '60, come il "taxi standard" italiano); ma ne fu letteralmente fatto ogni sorta di adattamento, dall'ambulanza al furgone da lavoro, dalla macchinetta da spiaggia (una protospiaggina: si chiamava "600 Marinella") al carro funebre. Insomma, una macchinetta prodigiosamente versatile; non durò molto, e nessun immaginava che sarebbe stata poi considerata il prototipo della monovolume.
Fabrizio, però, è un Treggista coi controattributi. Targa ZA? Ci pensa lui. Va diritto a fotografare il vecchio bollo ACI, tenuto per fortuna très soigneusement dal proprietario, e così scopriamo non solo che la vettura è perlomeno anteriore al luglio 1963, ma che aveva pure una precedente reimmatricolazione (GE 662463, effettuata quindi nel 1977). Ci deve avere una storia lunga e complicata, questa macchina. E vediamocela quindi un po' anche al suo interno:
Quando si dice fai da te; il vano bagagli non era sufficiente? Mettiamoci, allora, una bella valigia di quelle di una volta!
Questo è invece il tachimetro, identico a quello di una 600 berlina.
Prima o poi se ne riuscirà a trovare una con le targhe originali, e sarà gran cosa; anche perché, diciamocelo francamente, è una gran bella vettura. Niente a che vedere con la sua indegna pronipote, che recava -ahimè- lo stesso nome. Quella che ha fatto nascere il detto: 'E tu se' più brutto d'una Mùrtipla! La Multipla, quella vera, proprio non si meritava questo rio destino.
Fabrizio, però, è un Treggista coi controattributi. Targa ZA? Ci pensa lui. Va diritto a fotografare il vecchio bollo ACI, tenuto per fortuna très soigneusement dal proprietario, e così scopriamo non solo che la vettura è perlomeno anteriore al luglio 1963, ma che aveva pure una precedente reimmatricolazione (GE 662463, effettuata quindi nel 1977). Ci deve avere una storia lunga e complicata, questa macchina. E vediamocela quindi un po' anche al suo interno:
Quando si dice fai da te; il vano bagagli non era sufficiente? Mettiamoci, allora, una bella valigia di quelle di una volta!
Questo è invece il tachimetro, identico a quello di una 600 berlina.
Prima o poi se ne riuscirà a trovare una con le targhe originali, e sarà gran cosa; anche perché, diciamocelo francamente, è una gran bella vettura. Niente a che vedere con la sua indegna pronipote, che recava -ahimè- lo stesso nome. Quella che ha fatto nascere il detto: 'E tu se' più brutto d'una Mùrtipla! La Multipla, quella vera, proprio non si meritava questo rio destino.