Oggi continuo un po' con gli ultimi contributi inviatimi da Mark B., che sono sempre oltremodo interessanti e presentano spesso delle...autentiche inquadrature al volo in angolazioni che a volte mi è venuto di definire fiabesche. Ad un certo punto della produzione dell'Alfa Romeo, dev'essere apparso del tutto naturale produrre una "Giulietta"; da Stratford-on-Avon ai pubblici stabilimenti di Arese la strada non è poi così lunga, e se i due romantici amanti veronesi avessero avuto a disposizione una vettura del genere per scappare, sicuramente avremmo avuto un immortale capolavoro della letteratura in meno, ma anche due ragazzi felici in più. Fatto sta che, dopo la Giulietta (che è comunque un capolavoro dell'automobile), per la successiva berlina di classe si pensò di sciogliere il diminutivo e di presentare la Giulia, nome anch'esso di donna ma dal sapore meno leggiadro e più classico e italicamente solenne (tipo la gens Iulia, insomma). L'unica vettura che, al tempo stesso, è stata prediletta sia dalle guardie che dai banditi; non era raro che, negli anni '60, la Giulia dei fuorilegge fosse inseguita dalla Giulia della Polizia (la più tipica delle "Pantere"). In queste foto markbiane (so che quest'aggettivo suona un po' bizzarro, ma tant'è...) ne vediamo addirittura due: la prima è del 1968, la seconda (quella con l'inquadratura "fiabesca" del posteriore) dei primi mesi del 1971.