Maggiorando il motore, è ovvio che non c'entrava nemmeno a pigiarcelo, in una 500; fu così che la Abarth dovette escogitare qualcosa e nacque il famoso cofano rialzato. Quasi un marchio di fabbrica, al pari del celeberrimo scorpione; per le città italiane si vedevano (e, soprattutto, si sentivano) scorrazzare vetturette rombanti che, in epoche molto meno attente all'inquinamento acustico (ed anche a quello atmosferico), facevano letteralmente un casino della madonna. Mentre ora anche le macchine con ventimila di cilindrata sono silenziosissime, allora (qui siamo, fra parentesi, nel 1968 senese) c'era tutta una serie di boati che era addirittura possibile riconoscere a orecchio gnudo. Tutta una sequela di sieste disturbate e sonni interrotti: una Abarth si sentiva da due chilometri di distanza, anche considerando la doppia marmitta potenziata. Produrre una vettura così sarebbe, ora, fuori dalla legge; che palle, la legge.