domenica 4 marzo 2012

Lo scalo di Peino (1): Peino's Scale, Inc.





Ecco che cosa c'era, ora, in via dello Scalo di Peino. Quando lo sguardo mi ci è caduto sopra, mi sono accorto del Treggiomercato che qualcuno ci aveva impiantato, trasformando quel mio luogo leggendario in un museo di meraviglie a cielo aperto. Sembrava non esserci nessuno, in quel momento; ma, stavolta, non me la sono sentita di fare tutto alla "zitta". Sono andato alla baracca degli uffici, cercando il titolare di quel posto per chiedergli il permesso di fotografare, con la massima gentilezza e facendo anche un po' d'anticamera. A volte, un po' di educazione e di pazienza fanno miracoli!

Cinque metri e quaranta di lunghezza, oltre due di larghezza. Dalle praterie del Midwest a quelle tra Ugnano e Badia a Settimo. Non si saprà mai che cosa abbia portato una Chevrolet Townsman Station Wagon di seconda generazione (prodotta dal 1969 al 1972) da queste parti; anche perché si tratta di un'autovettura mai importata in Italia (al pari di quasi tutte le americane), e quindi acquistata chissà dove e immatricolata a Firenze chissà da chi e al prezzo di quali rigìri amministativi (scartoffie, collaudi e quant'altro). Si tratta della vettura più lunga mai prodotta dalla Chevrolet, ed è bene, che so io, immaginarla alle prese con le strade del centro fiorentino e con la ricerca di un parcheggio: occupa il posto di tre Smart o di un paio di autovetture normali. Un sogno, almeno per me; confesso di adorare le macchinone americane, che tutti noi abbiamo visto perlopiù soltanto nei film. Da questo punto di vista, avere abitato per qualche anno in Svizzera è stato per me proficuo, in quanto nella Confederazione Elvetica tali vetture, a differenza che in Italia, sono sempre state di importazione libera e ho avuto modo di vederne diverse in normalissima circolazione. Qui da noi, invece, ostracismo totale. Non avrebbero avuto mercato, si dice; le loro dimensioni, poi, non sono adatte alle nostre antiche città. Le quali sono comunque intasate di traffico anche nei vicoli e negli angiporti; certo è che una macchina del genere ci resterebbe incastrata.

Se ne sta allora, in attesa di un acquirente, in una landa che le permette, chissà, di ricordarsi un po' dei grandi spazi per i quali era nata. Niente highways, ma la piana di Scandicci. Niente Rio Grande, ma la Greve. Eppure non ha l'aria di patirne; aspetta soltanto di rombare ancora dal suo Peino's Scale.