Allarme allarme, la campana sona / li turche so' arrivati alla Marina, dice una canzone "similpopolare" della gloriosa NCCP; qui, invece, alla Marina (di Carrara) so' arrivate le Trespe. E che Trespe! E la musica, poi, c'entra notevolmente da vicino: siamo infatti a casa di due valenti e gentilissimi musicisti, Micaela e Gabriele, i quali fanno anche parte di quel meraviglioso ensemble che sono gli Apuamater. Poiché con gli Apuamater, per intraversature del destino e dello spaziotempo degne della Guida galattica per autostoppisti, ci ho a che fare da diverso tempo, durante la trasferta carrarese Micaela e Gabriele mi hanno ospitato per una notte assieme alla Piasintëina e a un altro amico; ed ecco quel che c'è nel giardino della loro (bella) casa della Marina.
Parentesi: Marina di Carrara è un posto a sé. Non sono uno che spreca tale definizione, sensibile come sono alla rarità dei luoghi; in più, la giornata era di una luminosità assolutamente straordinaria, e sono una persona estremamente sensibile anche alla luce. Marina di Carrara è abitata da una discreta genìa di folli, con venti euro ci si fa in un certo posto una mangiata di pesce da strappare l'applauso, gran parte delle vie cittadine è dedicata a partigiani e c'è pure un sedicente "Viola Club" dove convivono in santa pace anche interisti e milanisti. Città di frontiera. Non si sa piacevolmente dove si è. Colori liguri, il viale XX Settembre che parte dal mare e si fa stagliare, andando verso la città madre, da montagne bianche altre duemila metri, e dappertutto l'Anarchia. Che può essere anche non rappresentata dagli Anarchici propriamente detti (i quali, come ci dice un loro più che attendibile rappresentante, non saran l'uno per cento, ma credetemi, esistono); ma è qualcosa che fa parte dell'aria che si respira.
Nel giardino di casa, Micaela e Gabriele tengono un cane di nome Mimpo, delle comodissime sedie a sdraio, l'aria di mare in quest'estate che per me è stata senza mare o quasi, e un paio di vecchie Vespe. Questa è la prima, del 1984. Viste le premesse e l'anno ci si potrebbe immaginare in sella, che so io, George Orwell...
Parentesi: Marina di Carrara è un posto a sé. Non sono uno che spreca tale definizione, sensibile come sono alla rarità dei luoghi; in più, la giornata era di una luminosità assolutamente straordinaria, e sono una persona estremamente sensibile anche alla luce. Marina di Carrara è abitata da una discreta genìa di folli, con venti euro ci si fa in un certo posto una mangiata di pesce da strappare l'applauso, gran parte delle vie cittadine è dedicata a partigiani e c'è pure un sedicente "Viola Club" dove convivono in santa pace anche interisti e milanisti. Città di frontiera. Non si sa piacevolmente dove si è. Colori liguri, il viale XX Settembre che parte dal mare e si fa stagliare, andando verso la città madre, da montagne bianche altre duemila metri, e dappertutto l'Anarchia. Che può essere anche non rappresentata dagli Anarchici propriamente detti (i quali, come ci dice un loro più che attendibile rappresentante, non saran l'uno per cento, ma credetemi, esistono); ma è qualcosa che fa parte dell'aria che si respira.
Nel giardino di casa, Micaela e Gabriele tengono un cane di nome Mimpo, delle comodissime sedie a sdraio, l'aria di mare in quest'estate che per me è stata senza mare o quasi, e un paio di vecchie Vespe. Questa è la prima, del 1984. Viste le premesse e l'anno ci si potrebbe immaginare in sella, che so io, George Orwell...