Nulla che autorizzi a pensare che, alla guida, ci sia effettivamente un monsignore. Magari c'è una bella ragazza di venticinqu'anni, voless'iddìo (giustappunto). Però non c'è nulla da fare: emana, questa Fiat 1100, un'aura ecclesiastica, canonica, da fare paura. Suggestione del colore, forse, e anche dalle condizioni realmente immacolate in cui si trova.
Secondo il Bollonet ACI, è stata immatricolata il 1° gennaio 1955. Per il 1955, tutto ok; ma il "primo gennaio" è, spesso e volentieri, una data fiscale di comodo riservata a autovetture il cui libretto di circolazione originario si è perso nelle nebbie del tempo. L'immatricolazione attuale è del 1985 e riporta a Salerno, di cui deve comunque rappresentare tra le prime targhe bianche:
Siamo a due passi dallo stadio "Artemio Franchi", in via Michele Amari. Se le tregge potessero parlare, chissà quali storie racconterebbero e, magari, spiegherebbero come mai si sono andate a far reimmatricolare a Salerno (l'auto è residente a Firenze). In questi casi, di solito faccio un giochino very Treggistic e provo a immaginare come potesse essere la targa originaria. Beh, accettando la data del 1° gennaio 1955, se la vettura fosse stata immatricolata a Firenze sarebbe stata qualcosa dopo FI 76006 (ultima targa del 1954); se lo fosse stata a Salerno, invece, sarebbe stata qualcosa dopo SA 21031.
Una bellezza composta, comunque. Dignitosa e pia. Tra tutte le tante 1100, questo è stato il modello sicuramente più bello, quello con la calandra a tre sbarre; canonico. Questo aggettivo viene talmente naturale da giustificare, senz'ombra di dubbio, il Canone e Giga in Re maggiore per tre violini e basso continuo di Pachelbel come brano musicale più adatto; e vi saluto, fratelli carissimi nel Dio de' Bivi, con queste note immortali eseguite dalla London Symphony Orchestra. A pensarci bene, il sommo Johann Christoph Pachelbel non avrebbe disdegnato affatto di girare con questa autovettura, no?...
Secondo il Bollonet ACI, è stata immatricolata il 1° gennaio 1955. Per il 1955, tutto ok; ma il "primo gennaio" è, spesso e volentieri, una data fiscale di comodo riservata a autovetture il cui libretto di circolazione originario si è perso nelle nebbie del tempo. L'immatricolazione attuale è del 1985 e riporta a Salerno, di cui deve comunque rappresentare tra le prime targhe bianche:
Siamo a due passi dallo stadio "Artemio Franchi", in via Michele Amari. Se le tregge potessero parlare, chissà quali storie racconterebbero e, magari, spiegherebbero come mai si sono andate a far reimmatricolare a Salerno (l'auto è residente a Firenze). In questi casi, di solito faccio un giochino very Treggistic e provo a immaginare come potesse essere la targa originaria. Beh, accettando la data del 1° gennaio 1955, se la vettura fosse stata immatricolata a Firenze sarebbe stata qualcosa dopo FI 76006 (ultima targa del 1954); se lo fosse stata a Salerno, invece, sarebbe stata qualcosa dopo SA 21031.
Una bellezza composta, comunque. Dignitosa e pia. Tra tutte le tante 1100, questo è stato il modello sicuramente più bello, quello con la calandra a tre sbarre; canonico. Questo aggettivo viene talmente naturale da giustificare, senz'ombra di dubbio, il Canone e Giga in Re maggiore per tre violini e basso continuo di Pachelbel come brano musicale più adatto; e vi saluto, fratelli carissimi nel Dio de' Bivi, con queste note immortali eseguite dalla London Symphony Orchestra. A pensarci bene, il sommo Johann Christoph Pachelbel non avrebbe disdegnato affatto di girare con questa autovettura, no?...