Vedendolo così, come lo ho preso da dietro, mi sembrava lì per lì che una specie di astronave fosse all'improvviso calata all'angolo tra il breve pezzo "cistranviano" di Via del Palazzo dei Diavoli e la terrificante, incasinatissima Piazza Batoni, al limitar dell'Isolotto. Anche senza avere ancora indagato bene, ho avuto subito l'impressione che il mezzo provenisse da quel periodo tra la fine della guerra e gli anni '50 in cui, con la fantascienza americana, gli ultracorpi baccellati, Ed Wood e i suoi dischi volanti e l'ossessione per il "futuro" (è interessantissimo andare a vedere com'era il futuro nel passato...), si sviluppavano linee -ad esempio per i veicoli- che parevano veramente di un altro pianeta. Splendide, va detto. Non aspettiamoci più il futuro, adesso; non va più di moda, e forse se lo è anche meritato. Per dare uno sguardo al futuro, quando c'era dopo la fine di una catastrofe senza pari, bisogna andare indietro di sessanta o settant'anni.
Così, sono stato ben lungi dallo stupirmi che la Moto Guzzi GTV 500 che avevo di fronte in quel puzzolente angolo di Firenze, con annesso sidecar che massimamente contribuisce alla sua futuribile astronavatura, risaliva al 1948 nonostante l'immatricolazione risalga al 1° aprile 1972. Altro che settantadue, anche senza il pataccone ASI si sarebbe capito al volo che, qui, gli anni '70 non c'entravano nulla. Un bel quarantotto nella città moderna "del futuro", e se il futuro è stato piazza Batoni ci sarebbe da riflettere non poco.
A questo punto, però, non restava che guardarselo e fotografarlo, sempre nell'ottica del Treggista Militante® che sa bene di essere quasi sempre di fronte a dei momenti unici. Certo, gli capita spesso di rivedere automezzi già fotografati, ed è sempre un piacere; ma questa qui, eh, sarà difficile che la riveda in giro non frequentando i raduni. Nonostante la piazza Batoni di quella mattinata, non si va in giro tutti i giorni su un sidecar del 1948. Questo è un mezzo che può, da solo, costituire un buon pezzo di eredità per i successori del proprietario. Nel TB non si parla spesso del nudo valore economico di certi automezzi, ma è un aspetto che a volte va considerato; il Treggismo Militante® con la fotocamerina è roba da pòeri come me, il Treggismo vero e proprio è riservato ai ricchi. Ne conosco alcuni, che Iddio li abbia in gloria e li accolga nel suo garage. Poi certe volte capita, certo, che un miliardario o roba del genere abbia pure a transitare per piazza Batoni col culo sul futuro del quarantotto.
La foto sopra è paradigmatica. Dietro l'astronave discesa da un altro pianeta, la fila dei moderni scooter del cazzo, tutti uguali. Distinguereste un Kymco da un Piaggio qualsiasi, tutti col bauletto Gibi? Rischio di essere impietoso, lo so. Su quei motorini ci vanno magari i proletari a lavorare, e io sono di fronte al probabile balocco di un ricco. Ma non ci posso fare nulla, specie quando rimango a bocca aperta. Può darsi che, in fondo, in diverse cose io sia un conservatore. Del resto, sin dal primo giorno di questo blog, come recita l'intestazione, ho dichiarato di essere un "passatista automobilistico"; io, le macchine e le moto attuali, semplicemente non le considero. Non esistono. Stop. E vaffanculo alle centraline!
Belli 'sti due lati di strada invasi dal passato futuribile, no? Da un lato il quarantotto sidecarizzato, e dall'altro la Plog ammarciapiedata. Poi siamo ripartiti tutti quanti, per chissà dove. L'attimo fuggente e il futuro che ci fa pensare di essere in un anno, il 2014, che non molto tempo fa era perfetto per ambientare viaggi interplanetari e nel quale saremmo tutti dovuti andare su meravigliose macchine volanti. Invece andiamo sulla Kia Sorento e sulla Smart munita di Facebook. Che culo!
La musica. Beh, in tutta quest'orgia di vecchio futuro che è stato questo post, occorre pur dire che ha avuto, nella testa del di me medesimo, una colonna sonora. Questa: