mercoledì 21 aprile 2010

La saga di Pontenure (8/fine): Il Grande Sonno




Le foto che vedete sono sicuramente tra le peggiori del TB, e al tempo stesso tra le più emozionanti. Con l'America era iniziata la saga di Pontenure, il paese di Cavanna tra la via Emilia e il West, e con l'America si conclude.

Tra le peggiori foto, certo. Per farne di migliori, sarei dovuto o salire sul carro funebre (che si vede nella foto in basso), o essere un provetto contorsionista; la vettura è incastrata in un modo tale nel retroofficina del signor Marcotti, che altro non era proprio possibile fare. È un peccato, lo so. Mi sarebbe piaciuto documentare in modo degno questa macchina che sta dormendo ancora il suo Grande Sonno in attesa che le magiche mani del signor Marcotti la restituiscano al suo splendore e, me lo si lasci dire per una volta, al suo rango.

Si tratta di una Studebaker del 1954. Un nome che è letteratura (e cinema, ovviamente). Di quei nomi di automobili che chiunque abbia letto, ad esempio, i romanzi di Raymond Chandler con protagonista il detective Philip Marlowe, ha ben presenti; solo che ha ben presenti i nomi, appunto; parafrasando Umberto Eco, qui si potrebbe ben dire stat autocinetum pristinum nomine, nomina nuda tenemus. Nudi nomi, finché un sabato d'aprile, a Pontenure, uno non si trova davanti ad una cosa del genere. In condizioni di relitto, certo; ma in quel momento tutto cessa comunque di essere soltanto un nome, un'immaginazione, un fotogramma. Se la Studebaker di Marlowe, o comunque di qualcuno che interviene nei suoi romanzi, è stata fino a quel momento un'entità astratta, riacquista qui la sua concretezza.

Il Grande Sonno, un giorno, avrà a terminare. Si rivedrà anche la Studebaker, capitata chissà come a Pontenure, rombare per la via Emilia; non credo che le dispiacerà. Assieme a quel pezzo di vecchia Aurelia che va da Grosseto a Livorno, è la strada più americana d'Italia. Guccini, la Gilera, la California, il Sorpasso...tutto davvero quadra. A volte mi viene seriamente da pensare che i nomi sui libri non siano altro che un presagio, che un anticipo della sorte. Un sabato pomeriggio assolato, il cerchio si chiude e non importa se è un bizzarro cerchietto costellato di vecchie autovetture; le quali vi ho volentieri offerto in immagine, piacendomi pensare che non soltanto le abbiate gradite e ammirate, ma anche che vi abbiano -nel modo più acconcio alla vostra vita e ai vostri ricordi- movimentato quella mistura di sogni e di realtà che è l'essenza più autentica del dirsi essere umano.