Pasqua, giorno climaticamente infame. L'ultima coda dell'invernaccio, così almeno si spera, lo scorso 4 aprile. L'ho passata, assieme alla piasinteina, da una vecchia amica a Prato. Nonostante la vicinanza con Firenze, Prato è una città dove vado poco o punto, e che conosco malissimo; vuoi per la mancanza di contatti (a parte l'amica in questione), vuoi per altri motivi sui quali in questo blog non importa stare a disquisire troppo. Però, sotto la pioggia battente (un autentico diluvio), la Prato treggistica ha voluto evidentemente lanciarmi un segnale: "Ehi, treggista fiorentino, guarda che esisto anch'io!"
In effetti, esiste eccome. Talmente da fornirmi due belle treggiozze una accanto all'altra, per le quali ho sfidato il maltempo senz'ombrello. Questa è la prima: una Fiat 600 reimmatricolata a Arezzo, e finita a Cenciòpoli a lavorare. Sì, perché non si creda che una macchina del genere, a Prào, finisca a fare la fighetta lucidina: serve invece da stallina a buon mercato, piena zeppa di robaccia, attiva, utile. Also ist Lumpenstadt; e, per una volta, le si riconosca il merito di esserlo.
In effetti, esiste eccome. Talmente da fornirmi due belle treggiozze una accanto all'altra, per le quali ho sfidato il maltempo senz'ombrello. Questa è la prima: una Fiat 600 reimmatricolata a Arezzo, e finita a Cenciòpoli a lavorare. Sì, perché non si creda che una macchina del genere, a Prào, finisca a fare la fighetta lucidina: serve invece da stallina a buon mercato, piena zeppa di robaccia, attiva, utile. Also ist Lumpenstadt; e, per una volta, le si riconosca il merito di esserlo.