sabato 10 aprile 2010

Pasqua pratese (1)




Pasqua, giorno climaticamente infame. L'ultima coda dell'invernaccio, così almeno si spera, lo scorso 4 aprile. L'ho passata, assieme alla piasinteina, da una vecchia amica a Prato. Nonostante la vicinanza con Firenze, Prato è una città dove vado poco o punto, e che conosco malissimo; vuoi per la mancanza di contatti (a parte l'amica in questione), vuoi per altri motivi sui quali in questo blog non importa stare a disquisire troppo. Però, sotto la pioggia battente (un autentico diluvio), la Prato treggistica ha voluto evidentemente lanciarmi un segnale: "Ehi, treggista fiorentino, guarda che esisto anch'io!"

In effetti, esiste eccome. Talmente da fornirmi due belle treggiozze una accanto all'altra, per le quali ho sfidato il maltempo senz'ombrello. Questa è la prima: una Fiat 600 reimmatricolata a Arezzo, e finita a Cenciòpoli a lavorare. Sì, perché non si creda che una macchina del genere, a Prào, finisca a fare la fighetta lucidina: serve invece da stallina a buon mercato, piena zeppa di robaccia, attiva, utile. Also ist Lumpenstadt; e, per una volta, le si riconosca il merito di esserlo.